Ed è così che l’UAMI diventerà l'EUIPO (European Union Intellectual Property Office) e il vecchio Marchio Comunitario lascerà il posto al Marchio dell’Unione Europea.
Ma cosa cambia nella pratica?
Un’importante modifica, che mira a rendere più chiaro l’ambito di esclusiva dei marchi UE, riguarda l’indicazione dei prodotti/servizi, che dovranno essere rivendicati in modo preciso e dettagliato. Tale modifica riguarda anche i marchi già registrati, i cui titolari avranno tempo fino al 23 settembre 2016 per richiedere all’Ufficio di annotare un elenco dettagliato di quei prodotti e servizi che, ad oggi, sono da considerarsi non chiari.
Altra novità con effetti immediati riguarda il metodo di calcolo delle tasse di deposito e di rinnovo: mentre quelle di deposito saranno commisurate alle classi merceologiche in cui si desidera tutelare il proprio marchio (850€ per una sola classe, 900€ per due classi, ai quali andranno aggiunti 150€ per ogni classe aggiuntiva dopo la seconda), per quelle di rinnovo è prevista una gradita diminuzione (850€ per la prima classe, 150€ per la seconda e 50€ per ogni classe successiva alla seconda).
Altro cambiamento, segno dell’adattamento della normativa alle esigenze di un mercato sempre più in evoluzione, è l’abolizione dell’obbligo di rappresentazione grafica del marchio, di cui potranno avvantaggiarsi i titolari di segni non convenzionali (ccdd. Non Traditional Marks), come ad esempio i marchi sonori e olfattivi, che fino ad ora hanno avuta vita dura.
Oltre alle modifiche che entreranno in forza tra pochi giorni, altre novità rilevanti vedranno la luce nel 2017; tra queste meritano menzione la possibilità per i titolari di intervenire anche nei confronti di violazioni relative a prodotti anche soltanto in transito nell’Unione Europea e l’introduzione dei marchi di certificazione UE.
Cosa ne pensiamo?
Mirando a rendere più efficiente ed armonizzato l’iter di registrazione e rafforzando il sistema di tutela, la riforma ha l’obiettivo di favorire soprattutto le PMI che utilizzano i propri marchi per competere sui mercati internazionali ed è senza dubbio benvenuta; certo che, come per tutti i cambiamenti, bisognerà attendere l’adattamento alla nuova prassi da parte dell’ufficio comunitario, rectius dell’EUIPO, nonché degli uffici nazionali sempre più chiamati alla collaborazione.
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